Charles Bell, neurologo scozzese chiedeva: ”Come riesce un uomo a mantenere una postura eretta o inclinata contro il vento che soffia su di lui”? La risposta risiede nel dialogo costante tra i vari sistemi di controllo dell’equilibrio, sistemi nei quali i piedi giocano un ruolo estremamente importante. I piedi sono molto di più di due parti anatomiche che ci sostengono e permettono di muoverci: sono provvisti di una grande quantità di sensori che informano i centri superiori riguardo la posizione del corpo nello spazio. Grazie a queste informazioni, attraverso fini regolazioni del sistema neuro-muscolare, i piedi sono in grado di adattarsi rapidamente permettendoci di mantenere l’equilibrio ed un confort posturale.
In assenza di patologie o problematiche funzionali, la trasmissione delle informazioni che consentono il mantenimento dell’equilibrio, avviene anche in situazioni di maggiore stress fisico come ad esempio succede quando si cammina su terreni sconnessi e durante la pratica sportiva.
I piedi devono essere stabili ma flessibili. Ogni piede è composto da 28 ossa, 33 articolazioni e oltre 100 muscoli, tendini, legamenti e ognuno è connesso e condizionato dalle altre parti del corpo. Possono presentare deformità funzionali e anatomiche proprie, tra le quali, le più conosciute, sono il piede piatto, il piede cavo, l’alluce valgo, le dita a martello. In questi casi, causano un’alterazione posturale. In altri casi si adattano a problematiche di strutture preesistenti, come avviene nei dismorfismi a livello di ginocchia, anche, bacino.
Anche solo queste poche nozioni, evidenziano la necessità di comprendere la natura della problematica presentata, sia nei casi nei quali sia si tratti di una persona sedentaria che di una sportiva. Per farlo è necessaria un’accurata valutazione posturale, come anche raccomandato dal Ministero della Salute nelle Linee Guida nazionali sulla classificazione, inquadramento e misurazione della postura e delle relative disfunzioni.
Salute integrata ha creato dei check-up dedicati (completo o ortopedia integrata) che prevedono l’utilizzo di strumenti non invasivi, di ultima generazione e di comprovato valore clinico e scientifico, diretti a indagare l’organismo nei suoi aspetti strutturali e funzionali. Si valuta la situazione posturale e la funzione dei recettori (visione, masticazione, appoggio plantare), viene valutata la presenza di eventuali aderenze cicatriziali, viene effettuato un esame stabilometrico e uno baropodometrico, viene analizzato il tracciato respiratorio responsabile di atteggiamenti posturali viziati e di cattiva ossigenazione.
Nulla è lasciato al caso.